Dec 13 21

Otite? Come proteggersi dal freddo

Giorgia Bacco

Ormai ci siamo, l’inverno è arrivato e con esso tutte le complicazioni che possono giungere quando le temperature purtroppo scendono. Quando il clima diventa freddo, molte persone avvertono dolore o disagio alle orecchie (le otiti acute), al naso e alla gola. Tuttavia, spesso si confondono i sintomi causati dal freddo con invece una malattia o un’infezione (o viceversa). 

Il mal d’orecchio (in tutte le sue forme) è uno dei disturbi più comuni e colpisce le persone di tutte le età. Può manifestarsi in modi diversi, da un lieve dolore o anche fitte intense, localizzato in un orecchio solo o in entrambi e nella maggior parte dei casi, se si è fortunati sparisce da solo in una o due settimane.

I principali responsabili di questa infiammazione sono i batteri, e talvolta anche i virus, presenti nel muco che passano attraverso la tromba di Eustachio, che collega naso e orecchio. Questi germi provocano la formazione di pus che ristagna nella cavità, andando a premere contro il timpano. 

A pagarne le conseguenze di questo disagio, sono di sicuro i più piccoli. Infatti bambini sono più soggetti a soffrire di otiti perché la loro tuba di Eustachio ha dimensioni inferiori rispetto a quella degli adulti e si trova in posizione orizzontale, favorendo il passaggio dei batteri dal naso all’orecchio e il ristagno dei liquidi.

Per il benessere delle orecchie bisogna stare attenti anche ai gesti quotidiani, come ad esempio, attenzione al phon: se lo si avvicina troppo al padiglione auricolare, con temperature elevate, potreste creare delle condizioni favorevoli alla comparsa di otiti e altri fastidi, a causa dello sbalzo di temperatura tra esterno e interno dell’orecchio.

Gli sbalzi di temperatura infatti possono mettere in pericolo il benessere delle orecchie, non solo nei bambini, ma anche negli adulti e negli anziani.

Se nei più piccoli è soprattutto il dolore a richiamare l’attenzione, in età adulta si può verificare una leggera debolezza dell’udito oppure possono comparire fastidi passeggeri, come i ronzii.

Abbiamo raccolto alcuni semplici gesti per difendersi dal freddo:

  • Asciugare sempre con cura le orecchie dopo aver fatto la doccia o il bagno
  • Utilizzare in modo corretto e non troppo spesso, in particolare nei bambini, i bastoncini di cotone per pulire l’orecchio
  • Non esagerare con l’uso del telefono cellulare, se possibile usate sempre le cuffie per telefonare, e se ascoltate la musica attenzione a non esagerare con il volume
  • Durante l’asciugatura dei capelli, tenere il getto del phon lontano dalle orecchie perché l’aria troppo calda può influire sul benessere dell’orecchio interno

Se nonostante questi piccoli e semplici gesti, il tuo  mal d’orecchio si prolunga per più di due settimane, rivolgiti al tuo medico per organizzare una visita specialistica.

Abbiamo fatto alla nostra Dottoressa Chiara Cerovac, esperta otorinolaringoiatra alcune domande: 

È il freddo a provocare le infezioni alle orecchie?

Il freddo, a differenza di quanto si pensa, non é la causa unica e principale dell’otite.

Lo può essere, per via indiretta, dell’otite media, che è 

un’infezione più comune nei mesi invernali a causa della proliferazione di batteri e virus legati ai raffreddori o alla influenza. Anche il trascorrere molto tempo in ambienti chiusi predispone questo all’attacco di virus e batteri.

Una otite si può avere anche nei periodi caldi, ma di solito di tratta di infiammazioni che coinvolgono il condotto uditivo esterno, non la membrana timpanica.

Come si riconoscono le otiti acute?

L’ infezione acuta dell’orecchio comporta un dolore violento. Può essere accompagnata da febbre, diminuzione della capacità uditiva, acufeni, scolo di secrezioni purulente dal condotto uditivo. 

È vero che grazie alla mascherina i casi di otite acuta si sono ridotti notevolmente?

L’uso delle mascherine ed il distanziamento sociale introdotto a causa della recente pandemia di Sars-Cov2 ha visto diminuire in maniera netta la frequenza di malattie infettive, soprattutto respiratorie.

Infatti soprattutto nei bambini, la percentuale di infezioni naso/orecchio si é ridotta in maniera significativa.

Che terapie consiglia in caso di dolore acuto?

In caso di dolore acuto è consigliabile una visita dal medico curante o dallo specialista, ma nel frattempo per combattere il dolore è possibile assumere paracetamolo o ibuprofene. 

Sarà il medico, dopo aver effettuato la visita, a prescrivere una terapia adeguata che nella maggior parte dei casi è basata sull’utilizzo degli antibiotici.

Dec 6 21

“MIO FIGLIO HA SEMPRE LA TOSSE!”

Giorgia Bacco

La tosse nel bambino è un disturbo piuttosto comune, che può costituire il sintomo di diversi tipi di patologie.

La tosse è un meccanismo di difesa del nostro organismo e serve ad espellere materiali irritanti come microbi, polveri, fumo, muco e proprio per questo motivo i sedativi per la tosse non andrebbero utilizzati, perché tossire serve e la sua funzione di difesa dovrebbe rimanere efficace ed efficiente.

Ce ne parla la nostra pediatra Dott.ssa Katy Vecchiato

Cosa Provoca la Tosse nel Bambino?

Nei bambini quando insorge acutamente, specie se associata a sintomi da raffreddamento e mal di gola è generalmente dovuta a un’infezione delle alte vie respiratorie. Nei primi giorni, la tosse tende a essere secca e stizzosa e molto fastidiosa, nei giorni a seguire può diventare più catarrale con espulsione di muco. La durata è variabile da alcuni giorni fino a 3 settimane.

La tosse è un sintomo, ma bisogna valorizzare eventuali altri segni associati. 

Guardare sempre come sta il bambino nell’insieme e non focalizzarsi solo sull’aspetto della tosse!

Quando è necessario portare il mio bambino dal pediatra?

  • Se presenta difficoltà respiratoria: respira veloce come avesse il fiatone
  • Se respira con fischi e sibili
  • Se è prostrato ed ha difficoltà a bere ed alimentarsi
  • Se è piccolo, sotto i 6 mesi di vita
  • Se si accompagna e febbre che dura da ormai qualche giorno
  • Se protratta da 4 settimane
  • Se c’è una storia compatibile con inalazione di un corpo estraneo (cibo o qualche piccolo oggetto)

I rimedi per alleviare la tosse in caso virosi delle alte vie aeree:

  1. Bere molto (soprattutto in caso di tosse grassa): introdurre tanti liquidi, specialmente caldi, aiuta catarro e secrezioni a sciogliersi più rapidamente e ha un effetto emolliente sulla gola irritata.
  2. Aerare gli ambienti per garantire sempre aria pulita e “nuova” in casa.
  3. Umidificare l’aria della stanza, attraverso l’utilizzo di un umidificatore (a caldo o a freddo) oppure anche semplicemente appoggiando una ciotola con acqua sui termosifoni.
  4. Far dormire il bimbo con la testa rialzata di circa 30°/45° per aiutare le vie respiratorie a rimanere libere, basta anche un cuscino in più sotto la testolina.
  5. Lavaggi nasali con soluzione fisiologica: ripeteteli spesso, anche 5/6 volte al giorno, sono davvero efficaci per ammorbidire le secrezioni e sciogliere il catarro, soprattuto per i più piccoli che ancora non sanno soffiarsi il naso.
  6. Una tazza di latte e miele: un classico rimedio della nonna. Attenzione però ai bambini di età inferiore ai 12 mesi a cui il miele non va dato.

La tosse nei bambini è un disturbo frequente che li accompagna spesso nella stagione invernale. Ci vuole tanta pazienza!

Per un consulto o per prendere appuntamento contattaci

Oct 28 21

COLPOSCOPIA

Giorgia Bacco

COS’E’ E QUANDO VIENE FATTA?

Ce ne parla la dottoressa Maria Isabella Sereni, ginecologa.

I Papilloma virus umani sono virus a doppia elica di DNA che hanno come bersaglio principale la cute e le mucose anogenitali e orofaringee. Sono virus molto comuni nella popolazione umana mondiale. Degli oltre 150 tipi, identificati numericamente, 14 sono definiti ad alto rischio e collegati all’insorgenza di tumori in vari distretti corporei: cervice uterina, vulva, vagina, ano, pene, testa-collo.

La principale via di trasmissione è rappresentata da quella sessuale, tanto che fino all’80% delle donne sessualmente attive si stima vengano in contatto con il virus almeno una volta nella loro vita, e di queste circa il 50% con un genotipo ad alto rischio.

A livello mondiale il carcinoma della cervice uterina rappresenta il secondo tumore più frequente nelle donne. Il tumore del collo dell’utero si può prevenire nel 99% attraverso lo screening e il vaccino.

Presso la nostra struttura è possibile eseguire lo screening di tutte le lesioni della cervice uterina grazie all’esecuzione del pap test del HPV test e della colposcopia.

La colposcopia è un esame che consiste nel guardare il collo dell’utero con uno strumento ottico, chiamato colposcopio, che ne permette un ingrandimento da 6 a 40 volte.

Ai fini dell’esecuzione dell’esame colposcopico è necessario:

  • Evitare rapporti sessuali e uso di creme, ovuli, lavande o tamponi vaginali nelle 48 ore precedenti all’esame
  • Portare con sé il giorno dell’esame l’esito degli ultimi Pap test eseguiti e l’esito di eventuali precedenti Colposcopie
  • Comunicare al medico ginecologo esecutore, l’assunzione di farmaci (soprattutto antiaggreganti e anticoagulanti) o eventuali reazioni allergiche (allergia allo iodio, ai mezzi di contrasto o agli anestetici locali)
  • L’esame non può essere effettuato nel periodo mestruale o se presenti perdite ematiche abbondanti o una forte infiammazione vulvo vaginale
  • Comunicare allo specialista ginecologo esecutore un’eventuale gravidanza, nonostante l’esame possa essere eseguito in modo sicuro.

Abbiamo fatto alcune domande alla Dott.ssa Maria Isabella Sereni

Medico specialista in ginecologia e ostetricia (Deputy Clinical Lead in Colposcopy presso il John Radcliffe Hospital di Oxford). La Dott.ssa Sereni é particolarmente esperta in colposcopia e prevenzione dei tumori ginecologici, in particolare del tumore del collo dell’utero, oltre ad essere un’esperta ecografista.

1.   Cos’è la colposcopia?

La colposcopia è un esame di secondo livello che serve ad identificare le lesioni pre-tumorali a livello della cervice uterina (CIN).

2.   Come viene effettuata la colposcopia diagnostica?

L’esame prevede l’utilizzo dello speculum per visionare il collo dell’utero; il ginecologo poi applica delle soluzioni (una a base di acido acetico e una a base di iodio) per evidenziare le cellule alterate sotto visione colposcopica (cioe’ con l’utilizzo di un microscopio). Se si evidenzia un’anomalia, si procede ad una biopsia per la diagnosi istologica.

3.   Quando viene effettuata la colposcopia?

La colposcopia viene consiglia in caso di pap test (cervical smear) alterato/anomalo.

4.   Che infezioni si vedono con la colposcopia?

La colposcopia è in grado di evidenziare i segni di infezione da HPV ad alto rischio.

5.   E’ un esame doloroso? Quali sono i rischi?

Non è un esame particolarmente lungo o doloroso e il fastidio maggiore è dato dall’uso dello speculum, pertanto ha lo stesso livello di fastidio del Pap test. Nel caso in cui si debba eseguire una biopsia, si possono avvertire dolori simili ai crampi mestruali, di solito di breve durata. Non vi sono rischi particolari ed è possibile eseguirla anche in gravidanza. Occasionalmente alcune pazienti possono andare incontro ad una reazione caso-vagale, in seguito alla stimolazione o manipolazione della cervice uterina, ma si tratta di un malessere di breve durata. 

Apr 15 21

THD® Anopress: a new anorectal manometry diagnostic test.

Giorgia Bacco

Mr Alex Leo, Colorectal Surgeon at Dottore London

If you are referred for an anorectal manometric test, today Mr Alex Leo at Dottore London offers a newer innovative technology able to get the results in a quick and reliable way. The new diagnostic test Anopress is a portable and wireless device that can be used as diagnostic examination in patients who suffer from faecal incontinence, constipation or other benign anorectal disorders. The newer technology lets us work with an estimated time of no more than 5 minutes compared to an approximate 30 minutes time of traditional devices. Therefore, the reduced procedure duration combined with the new ergonomic probes allow us to perform the test with only a minimal discomfort for the patient.

What is it?

Anorectal manometry is a specific test used for the accurate diagnosis of problems relating to the functioning of anal sphincters and pelvic floor in general. The examination can be useful for the diagnosis of many anorectal conditions, such as faecal incontinence, constipation, obstructed defecation syndrome (ODS), anal pain and anismus (pelvic floor incoordination). Manometry can also be used in the perioperative management for haemorrhoids or other minor benign anorectal conditions.

What does it involve?

The setting is similar to when the patient has the first colorectal consultation. The test is usually carried out in the outpatient clinic. The patient is instructed on basics commands such as squeeze, cough and push prior to the procedure. Before starting the procedure, the patient is then asked to lay down on the left lateral position in the outpatient couch. The physician then inserts an ergonomic and well-lubricated probe to the anal canal for a few centimetres (less than 10 cm) and takes all the necessary measurements. The test will take approximately 5 minutes causing no more than minimal discomfort

Are there any special requirements prior to the test?

Patients do not need any bowel preparation or any other special training. All patients can continue taking regular medications and there is no need for fasting or other life-style changes. Furthermore, patients do not need to be accompanied by anyone on the day of the test as this is not invasive and there are no drugs administered during the investigation.

What is the rationale?

Anal manometry allows the study of the sphincter’s functions, which are recorded during the test while resting, squeezing and straining. In this way, the physician can read any abnormalities on the screen of the device used and can therefore identify any sphincter function anomalies. More specifically, this test helps the physician to identify incontinence issues related to the inability of the muscles to contract in a proper way or difficulties and problems in defecating due to the incomplete opening and release of the sphincters muscles.

Why is it innovative?

Mr Alex Leo at Dottore London offers a new modern anorectal manometry technology: THD® Anopress. This features several advantages compared to the traditional anorectal manometry. Firstly, the new technology consists in a probe connected to a compact device that measures changes in pressure in real time, so the patients can receive the results of the test immediately after the procedure with no need of a second time interpretation. Compared to the traditional probes, which are normally introduced up to the rectum, the Anopress’ probes are smaller and therefore inserted to a maximum depth of 10 cm. The examination does not last more than 5 minutes and these combined advantages allow us to reduce the discomfort reported to minimal avoiding severe distress and pain.

Feb 17 21

Proctology: Advanced Proctological Examinations

Giorgia Bacco

Mr Alex Leo, Colorectal Surgeon at Dottore London

Proctological examination: What is it?

A proctological examination is an essential diagnostic step if you have any intestinal and / or anorectal symptoms. This includes a careful and complete inspection of the anorectal area and, if felt appropriate, a digital rectal examination. In most cases, a proctoscopy or a rigid sigmoidoscopy is added to complete the examination.

Who should be referred for this examination?

Numerous anorectal problems can be easily diagnosed simply by a careful inspection of the perianal area. Anyone suffering from per rectal bleeding (bleeding from the anal canal), soiling, haemorrhoids (piles), skin tags, anal fissure, anal fistulae, perianal abscesses, pilonidal sinus, incontinence or constipation should see a specialist and have this examination done as soon as possible.

Proctoscopy and rigid sigmoidoscopy: what are they?

These two tests are used to diagnose various diseases or conditions of the anal canal and of the rectum and are often included in a proctological examination. In this way the physician is able to obtain a more accurate diagnosis and it also avoids any potential misdiagnosis. Special instruments called anoscopes and rectoscopes are used to carry out this examination. Mr Leo uses only the last technology offering the best treatment possible to the patients. The newest proctoscopes offer smooth and ergonomic instruments capable to reduce patient discomfort at the minimum.

Why do we call it advanced?

With the term advanced, we mean to offer a full examination inclusive of digital rectal examination and proctoscopy/sigmoidoscopy. Mr Alex Leo is a full-trained colorectal surgeon who also works and collaborates at St Mark’s Hospital, tertiary centre in the UK and one of the internationally recognised centres of excellence in treating patients with bowel symptoms. By offering an advanced proctological examination, we offer the best possible service to the patient aiming to avoid any possible misdiagnosis.

“More is missed by not looking than by not knowing” Thomas McRae (1870 – 1935).

Feb 1 21

Shockwave Therapy for Erectile Dysfunction: The newest treatment for impotence at Dottore London

Giorgia Bacco

Dr Fabio Castiglione– Andrologist and Urologist

If you are dealing with ED, you are not alone: ED is a condition that effects millions of men around the world. The good news is that today there are effective treatment options available which can help. Many cases of ED are caused by vascular issues. Extracorporeal Shockwave therapy is a relatively new and innovative method to treat vascular ED. It is painless and many patients report a noticeable improvement of their ability to achieve an erection within a few weeks.

The standard treatment options, including PD5 inhibitors (i.e. Viagra) or penile injection, treat erectile dysfunction as a symptom not treating the underlying causes. These treatments allow you to achieve on-demand erections before and during sexual intercourse, but they do NOT restore your normal erectile function and DO NOT reduce the penile fibrosis responsible for the impotence.

Shockwave therapy for ED: How it works?

Shock waves are not- audible high-energy sound waves. When applied to the penis, shockwaves cause minor damage to the penile tissue. During the healing process, new blood vessels are formed, which increase the blood flow to the penis. This may result in improved ability to get and maintain an erection.

Oral and penile injection therapy are symptomatic therapies for ED; they cure the symptom without changing erectile dysfunction, which persists unchanged when the effect of the drug ceases. Instead, low-intensity shockwave therapy aims to reduce the penile fibrosis and stimulate the regeneration of the cavernous tissue which can thus recover its functional efficiency.

Can I be treated?

In theory, shockwave treatment can help all patients with ED and even improve erection in men who do not have any problem, so much so that it can be used as a prevention for ED itself. A full diagnostic evaluation is important before proceeding with treatment to determine the optimal therapeutic protocol.

What are the expected benefits?

Shockwave therapy can benefit most men suffering from impotence and ED

There is a growing body of scientific evidence that shockwave therapy for ED can help in the following type of patients:

  • Patients with mild to moderate ED that respond well to PDE-5 inhibitors might be able to regain their natural erections and no longer need – or reduce their dependence on medication.
  • Patients with moderate to severe ED that do not respond to PDE-5 medication and rely on injections or other topical treatments may become more respondent to PDE-5 medication after shockwave therapy.
  • Shockwave therapy will in most cases improve the results of other treatment modalities.

How the Shockwave session Works?

Shockwave therapy improves natural erections and can reduce impotence. In addition, shockwave therapy has the following advantages:

  • Non-invasive treatment lasting 20 minutes – walk in and walk out within 30 minutes
  • No medication required
  • Fewer complications than other treatment modalities
  • During your treatment session, a medical applicator, which delivers low-intensity shockwaves, is applied to your genital area.
  • Each session is performed by our expert and certified Andrologist, Dr. Fabio Castiglione, in a medical room at Dottore London clinic, with little to no pain and discomfort

We recommend a minimum of 6 sessions (1-3 sessions per week) and up to 12 shockwave sessions for more severe ED cases.

For further information visit https://www.dottore.london/service/andrologists-urologists/

Jan 21 21

Il COVID 19 nella nostra mente: la pandemic fatigue

Giorgia Bacco

A cura della dott.ssa Silvia Riva

Che cos’è la pandemic fatigue?

La pandemic fatigue (o stress da pandemia) può  essere descritta come una condizione di stanchezza mentale nel seguire con perseveranza e attenzione tutti i comportamenti di prevenzione al contagio (e.s. il lavaggio delle mani, il distanziamento sociale, l’uso e il cambio della mascherina) e nell’accettare i divieti sociali prescritti dai nostri governi (e.s. non uscire di casa se non strettamente necessario).

Chi ha descritto la pandemic fatigue?

Si tratta di una condizione segnalata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che si è riscontrata in  tutti i Paesi del mondo sia tra le persone che hanno avuto l’esperienza diretta del contagio e sia tra quelli che non sono stati contagiati personalmente.

Perché non è da sottovalutare?

Perché si tratta di una condizione che crea un forte stress. L’uomo, al pari degli altri esseri animali, è pronto per natura a reagire al pericolo (ovvero a una situazione stressante). Tuttavia, quando lo stress diventa prolungato, il meccanismo si inceppa con conseguenze sui processi fisici e mentali. A livello fisico, lo stress prolungato può compromettere il nostro sistema immunitario rendendoci più vulnerabili a patologie e infezioni. A livello mentale, lo stress ci rende demotivati e con una percezione di noi stessi come meno capaci di far fronte a un evento negativo.

Quali sono i rischi nella vita di tutti i giorni?

Questo forte stress rischia di alterare la percezione della pandemia come una situazione del tutto imprevedibile e senza fine. Una percezione di questo tipo potrebbe rendere molto più difficile gestire i flussi delle persone durante i lockdown, implementare misure di prevenzione e comunicare le informazioni sulla salute (e.s. l’importanza di avere un sistema di tracciamento come risorsa per i cittadini oppure l’importanza di vaccinarsi).

Chi sono le persone più esposte?

Siamo tutti esposti alla pandemic fatigue in modo trasversale. Questo stress è purtroppo sostenuto anche dall’attuale situazione sociale nella quale si sono combinate insieme emergenza sanitaria con emergenza economica: problemi lavorativi, incertezza, smart working, aumento di povertà, difficoltà famigliari.

Inoltre, giornali e social media spesso non aiutano. Sono abituati a veicolare una quantità molto elevata di informazioni sulla pandemia, non sempre con coerenza, precisione e logicità. Un’informazione non precisa o non coerente ci rende più affaticati a livello mentale.

Che cosa possiamo fare come cittadini?

Come sottolineato dalla stessa OMS è fondamentale che le persone si percepiscano come parte attiva del processo per sconfiggere la pandemia. Qualche esempio?

  • Attuare i comportamenti di igiene e prevenzione con sistematicità, come parte della nostra routine
  • valorizzare gli aspetti funzionali dello smart working
  • programmare con più consapevolezza la necessità delle nostre uscite da casa
  • affidarsi a fonti di informazioni ufficiali e alla lettura dei lavori scientifici
  • bilanciare con ragionevolezza i pro e i contro di affrontare un viaggio

Che cosa può fare la ricerca scientifica?

Alla St Mary’s University di Londra dove lavoro come Professore associato (Senior lecturer) insieme al mio ruolo come psicologa e psicoterapeuta a DottoreLondon, stiamo cercando di comprendere l’impatto dell’infezione a livello psicologico e, tra i diversi obiettivi, abbiamo anche quello di esplorare tale condizione. Il progetto (Unravelling Data for Rapid Evidence-Based Response to COVID-19, unCoVer, Grant ID:101016216) vuole identificare dei profili di rischio all’esposizione combinando dati medici con quelli sociali, psicologici, economici e territoriali in 29 Paesi.

Jan 12 21

Skin Allergy Testing- Skin Prick Test

Giorgia Bacco

Dottore London offers Skin Prick testing to adults and children.

Skin prick testing is one of the most common allergy tests. It involves putting a drop of liquid onto your forearm that contains a substance you may be allergic to. The skin under the drop is then gently pricked. If you’re allergic to the substance, an itchy, red bump will appear within 15 minutes.

The skin prick test is one of the main diagnostic allergy tests for allergic problems of the nose, eyes, grass, mould, dust and animal allergies (hay fever), allergic rhinitis, conjunctivitis, food allergies and drug allergies.

The skin prick test is very safe and can be done in adults, children and even very small babies. It is not painful as a small metal pricker just scratches the upper layer of the skin with a drop of allergen.

To book your skin allergy testing please email info@dottorelondon.com

Nov 3 20

WE ARE OPEN AS USUAL

Giorgia Bacco

Our medical centre stays open, with normal clinic hours operating. We will remain open during the lockdown unless we receive any updated guidance from the government. Boris Johnson has emphasised the need for medical services to continue, and we remain committed to ensuring that we support our patients during this difficult time.

SAFETY MEASURES

We are committed to ensuring our clinic environments are as COVID secure as possible. The safety of you and our staff is our primary responsibility and focus. We will remain vigilant and ask for your support in ensuring we keep our clinic environments safe for everyone. As a reminder we have implemented and continually enforce the following measures:

* Covid 19 preventive questionnaire to all patients

*  Temperature check of all patients and staff entering the building

* Social Distancing

* Appropriate PPE for staff and patients

* Continuous handwashing and provision of hand sanitisation

* The access to the clinic is allowed to patients only.  No other people are allowed into the clinic unless the patient needs any kind of support during the consultation.

* Only patients are permitted access to the clinic, unless assistance is required.

* Continuous disinfection of equipment and surfaces.

VIRTUAL OPTIONS

For some of you who may want to avoid travelling into the clinic, we offer online consultations (call or video call).

QUESTIONS AND QUERIES

If you have any concerns or feedback then please email us at info@dottorelodnon.com. Please stay safe, keep positive and healthy. We will remain here for you whenever you need us.

Oct 29 20

L’importanza della Vitamina D

Giorgia Bacco

A cura di Francesca Onori

Questo mese comincia la prevenzione contro la carenza di vitamina D in UK!

Cos’è la vitamina D?
La vitamina D è una delle vitamine liposolubili che viene prodotta grazie all’esposizione al sole.

A cosa serve?
La vitamina D, insieme a fosforo e calcio, è importante per le nostre ossa, i muscoli ed i nostri denti. Una carenza di vitamina D infatti, comporta la riduzione dell’assorbimento di calcio a livello intestinale.

Come viene prodotta?
La vitamina D viene prodotta nelle ore più calde del giorno grazie ai raggi ultravioletti e dipende dall’intensità del sole. Ovviamente è importante proteggersi dai raggi ultravioletti, tuttavia e’ bene esporre al sole almeno il 5% del corpo (mani, gambe, braccia, viso) per 15-20 minuti al giorno durante i mesi primaverili ed estivi. La vitamina D infatti, viene prodotta da maggio a settembre, mentre nei mesi invernali (da ottobre ad aprile) consumiamo solo le riserve prodotte.

A cosa porta la carenza di vitamina D?
Alcuni bambini o neonati, carenti in vitamina D, soffrono di rachitismo o possono avere convulsioni. Il rachitismo può portare alla deformazione delle ossa o alla riduzione della crescita in generale. Gli adulti che hanno carenza di vitamina D, spesso soffrono di osteomalacia, con sintomi di dolore o debolezza muscolare.

Chi è a rischio?
– bambini e neonati
– donne incinte e che allattano
– gli over 65
– persone con pelle più scura
– persone che non si espongono al sole regolarmente o che non possono uscire da casa per condizioni mediche particolari

Quali sono i cibi ricchi di vitamina D?
I cibi ricchi in vitamina D sono:- pesce ricco di omega-3 (salmone, sardine, sgombro, trota, arringhe)
– olio di fegato di merluzzo (da non assumere in gravidanza)
– tuorlo, carne, frattaglie e latte (dipende dalla stagione, in base all’alimentazione dell’animale)
– margarina, qualche varietà di cereali, yogurt e la formula per i neonati sono fortificati con vitamina D

Quanta vitamina D bisogna prendere?
Le raccomandazioni nazionali sulla quantità di vitamina D da assumere sono:
– adulti e bambini sopra all’anno —> 10mg durante i mesi invernali
– le persone a rischio —> 10mg tutto l’anno
– tutti i bambini al di sotto dell’anno di età —> 8.5-10mg a meno che non assumano più di 500ml di formula al giorno

Consigliamo l’assunzione di un integratore anche a chi passa molto tempo all’aria aperta e mangia cibi ricchi di vitamina D. In caso di particolari patologie o dubbi, invitiamo a consultare il  medico o dietista/nutrizionista.