Le sue proprietà benefiche contro la cistite sono già conosciute nel 1923, quando molto prima della scoperta degli antibiotici, alcuni medici americani prescrivevano il cranberry per diminuire la ricorrenza delle infezioni urinarie.
In realtà, l’assunzione del cranberry modifica la composizione chimica dell’urina in modo da inibire l’aderenza dei batteri, in particolare dell’Escherichia coli, alle pareti della vescica. Quest’azione sembra dovuta alla presenza nella pianta di diverse sostanze, ed in particolare delle proantocianidine (tannini condensati) ad elevato peso molecolare.