Forse anche voi, come me, quando vi siete trasferiti in Inghilterra e magari eravate pratici di aerosol, sarete rimasti sorpresi che il loro utilizzo sia molto raro. Paese che vai, usanza che trovi, dice il detto.
Ma chi ha ragione? Chi, come in Italia, lo usa per “curare” pure il raffreddore, o chi, come qui, solo per trattare le patologie polmonari in ambito ospedaliero?
Allora, tanto per cominciare: l’aerosol funziona! Serve per trattare le affezioni delle basse vie respiratorie come l’asma (e in generale broncospami), perché arriva fino ai bronchioli , e per la laringite, ma questo è un altro discorso.
Piccolo inciso: non fatelo mentre il bambino dorme – errore molto comune – perché non inalando vigorosamente il farmaco non penetra fin dove dovrebbe. Inoltre, mai utilizzare quelli a ultrasuoni, nei bambini.
Ma se parliamo di tossi, raffreddori e catarro, l’evidenza ci dice che non serve a molto. A differenza di lavaggi nasali e umidificazione delle stanze, l’aerosol con cortisonici vari o mucolitici non pare portare giovamento ai piccoli, in queste situazioni. Tutt’al più, con un po’ di fisiologica, per umidificare le cavità nasali (umidificazione è una parola che ricorre spesso in A, e infatti, spesso il consiglio è quello di far bere molto i bambini).
“E allora che faccio, Dottore? Mio figlio ha la tosse… mica posso lasciarlo così! Dobbiamo trattarla..”
No, non dobbiamo.
La tosse è un sintomo. Solamente un sintomo. E’ un po’ come la febbre, una espressione che c’è qualcosa in atto.
Quindi, il mio consiglio è di affidarvi al vostro medico di fiducia. Se riterrà che è una “semplice tosse” (permettetemi l’espressione) o un raffreddore o un mal di gola, probabilmente non sarà necessario nulla, a parte le cose sopraddette.
Altrimenti, vi prescriverà salbutamolo, cortisone o mucolitici a seconda della patologia responsabile della tosse.
In medio stat virtus, diceva Aristotele.